Al 2018 chiediamo solo un po' di salute e spavalderia. Il fattore fisico incide, ma il tridente leggero non ha funzionato

25.12.2017 10:02 di  Simone Lorini  Twitter:    vedi letture
Al 2018 chiediamo solo un po' di salute e spavalderia. Il fattore fisico incide, ma il tridente leggero non ha funzionato

Ultimo editoriale del 2017, per il prossimo ci sentiremo nel 2018. Manca ancora una partita al termine del girone d'andata ma sappiamo già che non saremo campioni d'inverno e che concluderemo il 2017 senza aver vinto neanche un big match in Serie B: è una constatazione elementare, un punto da cui ripartire per crescere nella seconda parte di stagione. E allora al nuovo anno chiediamo un po' di spavalderia in più quando conta, ma anche e soprattutto un po' di salute nei nostri interpreti più cruciali. La lunghissima assenza di Di Cesare è passata sotto silenzio ma è addirittura il terzo grave infortunio nel giro di tre-quattro mesi, un problema non da poco che tutti ci auguriamo di non dover riaffrontare nel nuovo anno. E a Bari abbiamo avuto la conferma che l'assenza di Calaiò è troppo pesante, per non parlare di Ceravolo, e che il tridente leggero in questo momento non funziona, o quantomeno è troppo prevedibile per essere considerato pericoloso. 

Questo non vuol dire che il progetto debba essere bocciato, anche perché la squadra appare leggermente in flessione dal punto di vista fisico rispetto al periodo delle tre vittorie consecutive, ma sicuramente va rivisto. Baraye ha fatto benissimo a Carpi, per poi sparire tra le maglie delle difese avversarie per le rimanenti partite di dicembre: anche a centrocampo l'assenza di Munari si è fatta sentire fin troppo, con Dezi che è diventato più un problema che una risorsa, come tutti ci saremmo aspettati. Dal recupero pieno del centrocampista, uno dei colpi di mercato dell'intera B nella scorsa estate, passeranno buona parte delle fortune del Parma nel girone di ritorno. Un'altra cosa da chiedere al prossimo anno.